Le celle solari al tellururo di cadmio hanno dimostrato una enorme potenzialità in termini di scalabilità, bassi costi di produzione e relative alte efficienze garantendo una  notevole  riduzione dei costi dell'energia prodotta [1]. Infatti possono essere prodotte con un sistema in linea, dove partendo da un vetro si arriva a realizzare un modulo fotovoltaico finito nello stesso processo dando fino ad un modulo al minuto [2].
La  relativa  facilità  con  cui  si  riescono  a  preparare  film  policristallini  di  buona  qualità di CdTe è testimoniato oltre che dal buon successo commerciale  anche dall'elevato  numero  di diverse tecniche di preparazione che hanno dato buone efficienze:  dal 14% per sputtering [3] al record di efficienza del 16.5% [4]  realizzato con  deposizione  ad  alta temperatura di substrato come la sublimazione a spazi ravvicinati (CSS close space sublimation), che permette una elevata  cristallizzazione del materiale a fronte però di alte temperature di substrato.
Negli   ultimi  tempi  si  sono  affacciate  diverse  nuove  interessanti  configurazioni  che  potrebbero  estendere  le  applicazioni  di  questi  moduli  specialmente   per l'integrazione  nei  palazzi. Soprattutto, tra queste, i moduli flessibili, cioè usando celle che depositate su un substrato flessibile, possano adattarsi a qualunque tipo di superficie  potendo  quindi  essere  facilmente  integrati  nei  tetti  e nelle facciate, ma soprattutto risultando notevolmente più leggere e quindi molto meno costose  da installare. Inoltre con un sistema di deposizione roll to roll la scalabilità del processo è aumentata rispetto alla deposizione su singoli vetri.
Per  realizzare  celle  solari  di CdTe flessibili, bisogna però applicare un processo a bassa temperatura di substrato diverso da quello sopra descritto (CSS) poiché  il supporto  flessibile  è generalmente un polimero che difficilmente riesce a sopportare temperature maggiori di 400°C ed allo stesso tempo deve avere una trasparenza che  si  avvicini il più possibile a quella del vetro, dato che per le celle al CdTe tipicamente la luce attraversa il substrato[5]. Nel nostro laboratorio abbiamo messo  a punto  un  processo  di  deposizione  a  bassa  temperatura,  evitando  di  usare  il  sistema  di sublimazione a spazi ravvicinati e invece optando per una  evaporazione termica.
Nel  processo  produttivo di moduli fotovoltaici a film sottile, una delle caratteristiche che lo rende altamente scalabile è la possibilità di integrare monoliticamente le celle  [6]. Infatti si eseguono tipicamente tre tagli: il primo sul contatto frontale (tipicamente un ossido trasparente conduttore TCO) che permette di isolare una  cella da  quella  seguente, il secondo sugli strati CdS/CdTe per aprire un varco tra il contatto frontale e quello posteriore che una volta depositato va ad inserirsi nel  taglio contattando  in  serie  una  cella  con  quella successiva ed infine l'ultimo taglio che incide CdS/CdTe e contatto posteriore isola il contatto posteriore di una cella con quella successiva.
I  tagli  vengono  eseguiti  attraverso  incisione da fasci laser (laser scribing) che passano attraverso il vetro e riescono ad essere opportunamente selettivi utilizzando diverse  lunghezze  d'onda per ogni materiale differente. I sistemi di laser scribing sono oramai reperibili sul mercato e realizzati anche per la preparazione di celle  a film sottile come il CdTe/CdS.
D'altra  parte  se  invece  del  tradizionale  substrato  di  vetro  si  utilizza  un  substrato  flessibile  polimerico  ( con differenti coefficienti di assorbimento e più  bassa resistenza  alle  temperature  rispetto  al  vetro), come quello applicato nei nostri laboratori, la tecnica di contattatura laser diventa un campo relativamente nuovo.   I buoni  risultati  ottenuti  con alcuni particolari tipi di polimeri in termini di efficienza delle celle devono essere quindi verificati rispetto alla possibilità di effettuare  il laser scribing, senza il quale la scalabilità industriale del processo è compromessa.
In  questo  progetto il laboratorio di fisica applicata dell'università di Verona intende contibuire realizzando celle solari a film sottile di CdTe/CdS su diversi substrati flessibili, prevalentemente polimerici. D'altra parte la scelta del miglior polimero e l'adattamento del processo di deposizione dei vari strati al nuovo tipo di  substrato deve  essere  anche  condizionato  dall'ottimizzazione  del  laser  scribing.  Verranno  quindi realizzate celle utilizzando diversi substrati flessibili e trasparenti che poi verranno testate nel nuovo processo di laser scribing.
Realizzando  un  processo  completo,  con  l'individuazione  di  un  polimero  ideale come supporto flessibile per le celle al CdTe/CdS non solo dal punto di vista  della qualità  della  cristallizzazione, delle proprietà elettriche ma anche dal punto di vista della realizzazione in grande serie, puntiamo ad avere un prototipo del  processo definitivo pronto per essere applicato a livello industriale